Prima tracciavo _________linee
adesso —————————spazi
sono una strada anomala
tratti di guard rail messi di
sgh
—em
—–bo
…………………………..puntini tanti
mi sposto nell’esilio calligrafico
intercetto – d’illogiche apparenti –
un poco d’avanguardia
bando alle penne d’oca
giuliva lei
per altri versi anch’io
traslittero la casa
.
.
Quante pen(n)e d’oca giuliva e di galli starnazzanti ci sono in giro!
Sempre scoppiettante il tuo versificare.
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com’è vero, Aitan!
starnazzano a tutto spiano…
io scoppietto :-))
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Tra allocazioni e dislocazioni, l’inevitabile esilio da penna feconda prende il volo e trasfigura in trasloco giulivo…
(invero nessuno mai che io conosca è riuscito così bene a trasformare qualsiasi evento quotidiano in geniale poesia!)
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traslocazioni, anche…
l’oca è felice perché si salva il portapiume.
io mi arrangio a giocare con gli accadimenti prendendoli per il verso giusto… ahahah.
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Sei preziosa proprio perché sei strada anomala, unica. Che barba vedere strade tutte uguali….Beh, riguardo alle oche giulive, ci sono sempre state e ci saranno. La cosa migliore è ignorarle, lasciarle sternazzare nei loro cortili. Un bacio, grande Cris
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ross, ciascuno strada e viandante, ciascuno il proprio passo e il proprio traguardo.
lasciamo pure l’aia e avventuriamoci oltre la voliera…
un bacio, anzi due.
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Sai che impressione mi dà stavolta la tua immagine, che si ripete anche nelle forme dei frattali? Un orecchio umano in primo piano: il poeta è colui che ascolta il proprio dentro ed il fuori, li accomuna, li canta, li suona e li trasforma in colori. E osservo pure le righe laterali: un pentagramma dell’anima, le corde di un grande strumento musicale. L’interpretazione è soggettiva e può procedere a lungo, in delizia intellettuale dove si adagiano le parole della poesia. Da giovani avevamo molte certezze e linee dritte, pensavamo che gli altri non capissero, adesso abbiamo il dubbio di essere noi a non capire, seguiamo le nostre vie a dna o a labirinto o quello che è: il nostro meraviglioso esilio calligrafico o poetico, dopo il quale non sappiamo cosa ci aspetti. La nota umoristica: le oche, ormai, sono salve, le loro penne non ci servono più per scrivere le poesie, è vero che ancora le mangiamo, ma pazienza.
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hai visto giusto, Mimma, pensavo all’acufene di mio figlio, a come fosse impossibile elminargli questo penoso continuo sibilo.
e scrivo anche per non restare impantanata nei pensieri negativi.
adesso sto quasi crollando dal sonno, ho dovuto cancellare non so quante righe di puntini…
vado a letto con le oche, perché le galline mi snobbano.
ciao
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Sì, è proprio un “trasloco” sui due piani dell’esistenza quello messo così magistralmente in versi giocosi/ironici/malinconici.
Victor Hugo aveva scritto “…il corpo è la casa dell’anima…”
Abbiamo mai pensato ad un trasloco dell’anima?!
E’ ancora una riflessione sulla vita e la morte…giorno/notte…inseparabili complementi… eterni innamorati abbracciati…
Durante la nostra vita viviamo numerose morti/transizioni: la morte di un essere caro… la separazione da un congiunto, un amico… la perdita di un arto/organo… di un lavoro… un trasloco… ognuno necessita di distacco/accettazione/adattamento.
Accettare di perdere per meglio ritrovare…
In questi versi sottolinei il cammino
C’è un PRIMA (la strada dritta della razionalità e le emozioni controllate)
C’è un Ora (spazi non riempiti e sghembi, testimoni di scarsa voglia di iniziativa…di inerzia… di stanchezza)
C’è un POI (insieme puntiforme , puntini sospensivi nei versi… corpo che si avvia alla smolecolarizzazione…)
E’ necessario arrivare allo stato di vuoto, svuotare la dimensione materiale per riempirsi della dimensione spirituale….il lasciarsi andare…. smolecolarizzarsi per poi fondersi nella Coscienza universale… consci che i grandi cuori possono morire nel corpo ma continuano a battere nel respiro dell’eterna notte….
Non credo sia necessario dire che mi piace.
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cara Nina
benvenuta!
Sono felice di vederti qui. Spero di non deluderti con questa brevissima risposta al tuo articolato e bellissmo commento.
ma sto quasi dormendo, davvero…
un abbraccio grande
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Sei proprio una fata, Cris. Suggestivo, tutto.
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grazie! mi piace essere fata!
bacio
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Cristina questa tua poesia mi colpisce profondamente perché sono reduce da quattro giorni di trasloco “vero”: ci si sente sminuzzati come puntini, guard rail sghembi, esiliati, sradicati e … tutto intorno oche starnazzanti. Non resta che avventurarsi oltre la voliera, come tu dici, e questo mi consola. Grazie
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cara, posso capirti, in tutto e per tutto!
io ho fatto tanti di quei traslochi che non sembra possibile possano accadere tutti n una vita.
mi sento una specie di nomade temporale…
ma sono felice di essere viva! e tentare di volare ancora….
ti ringrazio anch’io
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Sempre affascinata (e spesso frastornata!) dal tuo dire elegante, di qualunque cosa tu parli! Mi associo ai commenti di Mimma e Nina e Maria d’ambra (che bello questo cognome!) e ti mando mille bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb…
Ciao
Car
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Car issima
mi mancavi. Tra tutte queste splendide penne, e non certo d’oca, anime amiche, mi sento in volo protetto.
Siete qualcosa di sacro, non esagero.
Il mio affetto incondizionato, e a te un’infinità di b…………………………………………..
ciao, grazie
e buona giornata
cri
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“dal tuo dire elegante”
già, si potrebbe affermare che il dire di Cristina è elegante – il primo, seducente, impatto con la sua poesia è stato proprio causato da quello, dallo scorrere morbido, soffice, delle parole: dalla giusta loro concatenazione.
Quello che mi colpisce ora è quel suo sguardo perenne sulla realtà che afferra e riproduce tale e quale, pur avendola stravolta. La sua è una ruminazione perenne sull’essere alla ricerca di particolari che nessuno nota, o nessuno sottolinea, nonostante siano importanti.
L’eleganza è il mezzo con cui tenta di attrarre la nostra attenzione. Con cui tenta, come ben dice in altra poesia, di indurre “sobbalzi”. Non lascia intentato alcun mezzo per produrre questi sobbalzi, o increspature nella coscienza in grado di ricondurre ognuno a se stesso, all’attenzione che deve e si deve. Persino i giochi di parole, le acrobazie grafiche ci concede.
Non per vanità, ma perché così deve essere, per essere efficace.
Ti ringrazio anche io allora, Carmen, per aver provocato con il tuo, anche il mio commento. Anche io affascinato (e spesso frastronato) dalle carezze musicali di Cristina Bove.
Mauro
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e io ringrazio ancora Carmen e ancora te, caro Mauro, di saper interpretare con tanta aderenza il significato delle mie parole.
L’eleganza filosofica sta all’arte e alla bellezza come il numero aureo sta alla matemarica.
Felicità è anche essere compresi.
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il messaggio subliminale trasmesso dalla “poesia grafica” è semplicemente geniale, non lo coglieranno in molti
TADS
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🙂
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e vai !!!!!
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dovrò proprio|…. 🙂
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ya
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linee o spazi
lasci le tue tracce –
un bacio grande!
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grazie, bacio ricambiato!
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Pingback: Allocazioni di Cristina Bove « miglieruolo
L’ha ripubblicato su La poesia di Fabrizio Bregolie ha commentato:
Dal blog di Cristina Bove una sua originalissima poesia che riportiamo ringraziando del suggerimento il critico Giuseppe Martella.
Buona lettura!
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grazie, Fabrizio, sono felice che ti sia piaciuta.
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