Benché di gravità costante
e forme adatte ad apparire
lemmi precisi a connotarle
perdono il baricentro
quando un effetto flou
le rende incomprensibili
Le scorgo e non mi accorgo
d’essere io stessa cosa
sorpresa dal mio piede o dalla mano
quasi avessero un che di misterioso
ho il dubbio che sussistano
solo quando le nomino
che se non lo facessi
non avrebbero senso né sostanza
ed io con loro
forse potrei conoscere l’inverso
sparendo dalle sillabe
e __ lettera per lettera __ fluire
in qualche dimensione parallela
Sono impressioni solo apparentemente strane, come di guardarsi da uno degli innumerevoli esterni, anzi da un’elevatezza panoramica. Non è un giudizio quanto una prospettiva acquisita. Forse si chiama saggezza, anche liberazione dalle pastoie quotidiane che infastidiscono ali troppo grandi per camminare. Mi fai pensare all’albatros di Baudelaire.
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Forse un mix di saggezza e di follia, cara Mimma… qualunque cosa sia, scrivere aiuta a superare paure e debolezze, lo sappiamo.
E, per quanto incompresi, gli animi poetici cercano di resistere all’incomprensione e al disorientamento.
Fossero ali capaci almeno di sorreggere a mezz’aria!
“Qui hante la tempête et se rit de l’archer”…
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Come rappresentazione dell’esserci… Mi piace da morire quando rovesci le prospettive!
Ti ho linkato da me con Ofelia, e ho pubblicato qualche giorno fa Di solitudini, molto bella… ma che lo dico a fare?! se sono tutte una più bella dell’altra e non si sa mai quale scegliere!!! Mannaggia coome sei bravissima e che piacere mi dai!
Ciao
car
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grazie del link, carissima car,
il piacere me lo dai tu apprezzando la mia poesia.
ciao ♥
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Lasciarsi così, come una cosa posata.
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in fondo non è quello che facciamo attimo dopo attimo, caro Aitan?
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le dimensioni parallele sono quelle che ci aprono altre vie…
fortunatamente, esistono.
Buon giorno Cristina 🙂
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carla, infatti, la pluridimensionalità dell’universo… 🙂
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ma tu lo fai già! appari e scompari tra le parole, ci sei e non ci sei, sei Cristina, ma anche le altre… perché nominare non vuol dire conoscere, però rappresentare dà l’opportunità di sapere che non puoi sapere tutta la “realtà”, ma la puoi interpretare, trasformare… disimpegnarti dalla gravità e sparire in quell’altrove che tutti cerchiamo…
baci
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” non puoi sapere tutta la “realtà”, ma la puoi interpretare, trasformare… disimpegnarti dalla gravità e sparire in quell’altrove che tutti cerchiamo…”
proprio così, cara Maria,
se non possiamo conoscerla nella sua totalità, possiamo almeno viverla di file in file 😉 …
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Tornato a leggere questo scritto. ” Una dimensione parallela “… fino a quando avvicineremo le cose con gli strumenti che avemmo in dotazione, poco c’è da fare purtroppo. Tacitarli si dovrebbe…
un caro saluto
Roberto
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