Invito alla lettura
17 febbraio 2013 ore 17
Associazione culturale “Villaggio Cultura – Pentatonic”*
Viale Oscar Sinigaglia 18 – 20, Roma
Cristina Bove, Mi hanno detto di Ofelia, Smasher 2012
Introduzione di Simonetta Bumbi e Anna Maria Curci
Musiche di Orlando Andreucci
«Incontrare Cristina Bove attraverso il profumo della carta stampata, è un rinnovare il piacere che si prova mentre la si legge nel virtuale, ché riesce a trasmetterti tutti i suoi voli terreni con ali d’anima, e sia che si pianga, si sorrida o si attraversi solo un sogno o un incubo, c’è sempre il desiderio della bellezza che esplode come un’impollinazione». (Simonetta Bumbi)
«L’eleganza che unisce talento innato a sapiente e originale rielaborazione è tratto caratteristico di tutti i componimenti». (Anna Maria Curci)
CRISTINA BOVE si racconta: Sono nata a Napoli il 16 settembre 1942, vivo a Roma dal ‘63. Ho cominciato da piccolissima a disegnare, a nutrire la passione per la lettura. In seguito mi sono dedicata alla scultura e alla scrittura. Negli ultimi tempi mi esprimo soprattutto in poesia. Mi sento testimone del mio tempo e della mia esistenza. Credo nella libertà e nella giustizia, penso che il rispetto della diversità sia un valore fondante tra gli esseri umani e ne sia inestimabile ricchezza. Sono alla costante ricerca di un significato in questo infinito mistero in cui mi sento immersa, ma non mi faccio più domande inutili. Amo la vita, i miei cari, e tutti gli esseri umani dal cuore buono e dalla mente aperta. Considero la poesia un linguaggio universale, l’esperanto dell’anima.
Ho due copie di questo libro di Cristina, una l’ho comprata e l’altra me l’ha mandata lei con una dedica delicatissima. Allora tengo per me quella con la dedica e aspetto di incontrare una persona a cui regalare l’altra. La poesia di Cristina è IMPEGNATA, è vero, a livello culturale, esige preparazione e predisposizione al volo irrazionale nel lettore, è una poesia SOTTILE, come un ricamo a mano sul tulle che si usava una volta, stupendo e pericoloso perché nessuno può strapazzarlo senza strapparne la comprensione, però è simultaneamente SEMPLICE e soltanto i grandi possono fare coesistere lo studio e l’afflato senza che il primo si divori il secondo. È una poesia NUDA perché l’autrice la sveste di ogni inutilità nel tentativo di approfondire il segreto inesprimibile che ci portiamo dentro anche quando non lo sappiamo. Bella poesia per me, VITALE.
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grazie dei bellissimi apprezzamenti!
Il tuo sostegno è stato ed è ancora prezioso.
un abbraccio
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17 febbraio ore 17: data e ora fortunatissimi!
Il 17 è il mio numero fortunato per antonomasia, voglio trasferirti tutta la fortuna (e la felicità conseguente), con un Augurio Speciale e un abbraccio.
Car
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che bello, Car!
lo voglio considerare anch’io portafortuna.
ma è bastante già che lo faccia tu per me.
grazie!
ti abbraccio forte
cri
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