Avanza da tegole grondanti
l’apatia dell’inverno lungo i vetri
_giù nella casa un poco di tepore_
il gelo invade intorno e un altro giro
chiede il giardino spoglio
il grigiosporco ruvido dei muri
una mattina come un’altra, ieri
_mi cercavo l’ignoto e il segnapassi_
e nel rigore
delle braccia avvinghiate a un lavandino
i resti del coraggio erano persi
anelavo la tregua
fosse pure il calore d’un cerino
e che la mente
subisse ancora qualche scossa
prima che il ghiaccio m’invadesse
partendomi dai piedi fino al cuore
_vidi me stessa diventare marmo_
e seppi che la vita è moto e fiamma
la morte stasi gelida e silente
datemi un prato di giunchiglie
Ciao Cri, la foto rende l’idea…buon inizio settimana, l’assedio invernale sta per finire spero 🙂
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ciao Carla, ho preso lo spunto dall’inverno, ma è solo una metafora del gelo che davvero provai quando fui tra la vita e la morte…
capii che la vita è tutto ciò che arde,
la morte ciò che gela.
vorrei morire nel tepore della primavera
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l’avevo capito…
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🙂
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Il prato di giunchiglie lo voglio anche iooooooooo! Le adoro!
Bei versi, cri…
Un bel grido… un’accorata preghiera.
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piccoli soli, le giunchiglie…
ciao, Lucia 🙂
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Sono ancora in cerca dei cerini, per far finire questo strano inverno, che già però è addolcito dai tuoi versi.
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capisco molto, caro Guido, l’inverno del cuore si fatica a scaldarlo, e ci accontentiamo della fiammella di una poesia, di una musica, di qualsiasi cosa ci trattenga alla vita…
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Non amo l’inverno
e il freddo lo percepisco subito
figuriamoci…dentro
Le giunchiglie sono splendide…
un forte abbraccio
.marta
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dentro, non c’è calore che mitighi…
fuori si può tentare.
il sole ci può nascere nel cuore
abbraccio ricambiato
cri
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ti avevo lasciato un commento stamattina mia cara…
diceva più o meno che
questi tuoi endecasillabi sono un canto
che va a mitigare la nostalgia dei ricordi
circoscritti in un giardino incantato
(il giardino della mia infanzia è come il tuo, di fronte c’era il lago 🙂
Ciao Cris
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buonasera, Carla,
grazie di essere tornata, l’altro commento non l’ho trovato.
la mia passione per l’endecasillabo… è più forte di me, non riesco a liberarmene.
ah, quei giardini!…
un abbraccio 🙂
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