così pareva a sporgersi di lato
il vento un po’ girovago
l’increspatura a smalto
un suono proveniente da lontano
si trasferiva goccia dopo goccia
e il pavimento diventava mare
_brucia la fronte_ dice un canto madre
e libera la testa da figure
che parevano amiche
ma sostano distanti sulla riva
nel silenzio degli occhi
in solitaria traversata
alla deriva delle circo/stanze
mi libero le tasche dalle pietre
e giunta al faro
abbandono la barca e prendo il volo
Da bambino giocavo spesso con mio fratello più piccolo ai pirati, e il letto diventava nave. Da adulto lo faccio ancora, con la mia piccola.
Leggendo i tuoi versi mi sono rivisto tra quei mari del Sud.
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è bello che i miei versi ti abbiano ricondotto ai tuoi ricordi d’infanzia.
ed è bello immaginarti sulla naveletto con la tua bellissima bambina,
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…tenersi leggeri…è poter volare
buona giornata
.marta
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non sempre ci si riesce, a vuotarsi le tasche, ma quando avviene ci si sente sollevati!…
grazie, cara Marta
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Qui ci trovo quella leggera ironia che rende godibilissime le tue poesie.
E questa è anche creazione di un mondo fantastico che in qualche modo addomestica quel certo disagio (dovuto all’abbandono di qualcuno che si credeva amico/a) e rimette benessere psichico in circolo.
Poi, che io ti veda prendere il volo, libera da “pesi” inutili (le pietre come metafora della pesantezza di certe relazioni insoddisfacenti), è tutta un’altra storia (ma non tanto…), è invece la solita storia… è la tua capacità di “rappresentare” (teatralmente) ciò di cui parli con così bon ton!
Ciao, sorprendente amica
car
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e come potrei sopravvivere alle delusioni, se non fossi autoironica?…
certo che sentirsi messi da parte, in un momento felice, mi appare strano, anche se qualcuno, non ricordo chi, disse che i veri amici si vedono nella gioia, non nel dolore… ecco, credo che avesse ragione.
le pietre, Car, ricordi Virginia Woolf? spesso ci penso, ma le mie pietre le voglio soltanto virtuali, io devo vivere finché ce n’è, lo devo a chi mi ama, in primis ai miei figli.
ciao, empatica, dolce amica.
cri
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…e perché non tornino in tasca, quelle pietre, meglio scagliarle lontano…a volte ci si inciampa 🙂
sempre un gran piacere leggerti nuova.
un abbraccio
mo
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grazie del tuo graditissimo apprezzamento, cara Momi.
le ho scagliate lontano, quelle pietre: hanno fatto un bel mucchietto. 🙂
un abbraccio anche a te
cri
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Se la fronte è increspata al navigante,
saltimbanco prescelto da chi è attento,
lascia perdere bussola e sestante:
acrobata su biga fu, poi vento.
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Fin quando ci sarà vera amicizia
qualunque acrobazia d’indifferenza
non toglierà al mio cuore la letizia
della tua stima e della tua presenza
(sto prendendo nota) 😉
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Dalle circo_stanze al volo: più che ironia ci trovo speranza, rappresentazione di uno stato quo che fatichiamo ad abbandonare perchè sempre nuova mirabilia ci inganna. Le pietre sono anche il peso dell’orma, scagliate lontano sollevano ( consentono di sollevarci).
Narda
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anche speranza, sì, cara Narda.
almeno quel tanto che ci faccia accogliere ancora un po’ di amore e di bellezza.
a volte si vorrebbe scagliare via con le pietre anche certi pensieri…
ma prima o poi si potrà volare. spero.
ciao
cri
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Cara Cristina,
scelgo lo spazio di questo commento per dirti quanto io ammiri la tua poesia per la sua saldezza stilistica e di contenuto; amo in particolare i testi in cui il mare si profila a volte con la sua cattiveria, altre volte con la sua bellezza, talvolta come spazio del sogno, talaltra come luogo d’avventura e d’interrogazione. Vorrei commentare più spesso, ma non mi piace ripetere banalità, per cui preferisco tacere, illudendomi che tu avverta il mio silenzio come ascolto e gratitudine. Visito molto spesso questo tuo spazio accogliente. Belle e profondamente umane le voci che vi leggo/sento.
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caro Antonio, saperti presente, anche se in silenzio, mi fa immenso piacere.
è vero, il mare per me rappresenta l’origine della materia, la matrice di tutte le forme; ma anche la varietà dei contrasti, proprio come tu dici.
inoltre la mia infanzia e la mia adolescenza ne sono state fortemente segnate, dall’orizzonte senza ostacoli (mi è sempre mancato da quando ho lasciato Napoli) alla grandiosità della sue tempeste e delle sue bonacce.
non ultimo il suo mistero, il suo significato archetipo.
forse questo avviene quando si nasce in una città di mare.
grazie della tua visita, graditissima.
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