In accelerazione permanente
fiumi di positroni
che invece di esondare
fluiscono nel punto dell’invaso
dove
ogni cosa esiste e non esiste
dove le colocasie e le sequoie
lo spolvero a sanguigna d’un affresco
l’azzurrite pestata nel mortaio
l’Aria di Bach
piramidi e coriandoli
pupazzi e megaliti
aziende ospedaliere
bacini artificiali
banche
trivelle fino al cuore della terra
spedizioni su marte
sottoterra
ventiquattro chilometri d’anello
e solo un quark
per scontrarsi con dio senza maiuscola
noi che nasciamo morituri e che
viviamo scissi
bosoni attraversati dalla cruna
pagliuzze d’universo rovesciato
sulla capocchia d’uno spillo
Molti fisici sono grandi poeti ; pochi e rari i poeti che usano il lessico specialistico dei fisici. Appartieni a questa minoranza e . in poesia, ci mostri il bosone,l’atomoprimario, la matrice. ma fra quark, positroni e bosoni, ci facciamo piccoli piccoli ma anche gonfi di supremazia: prima o poi ti becco principio zero!
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mah… mi sento piccola piccola tanto da non voler neppure dire “io”, ma “noi”…
e credo che la ricerca in fisica come in altre discipline consimili, sia più che altro la spinta a proiettarsi oltre la misura umana, per tentare (solo tentare) di comprendere in che modo si appartenga al Tutto.
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Sono d’accordo con te e credo che la ricerca in fisica come in altre discipline consimili, sia più che altro la spinta a proiettarsi oltre la misura umana, per tentare (solo tentare) di comprendere in che modo si appartenga al Tutto.
Bello il verso poetico con il quale ci presenti: ” ecco come siamo piccoli viaggiatori, che tentano di lasciarsi ricordare!”
ernestina.
:-)))
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è quello che facciamo con tutte le nostre modalità espressive.
grazie, Ernestina
:*
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