viaggio senza bagagli
fingendo l’attenzione al panorama
intermittenze visionarie
_fino a destinazione_
vorrei potermi cancellare prima
d’essere cancellata
per questo non progetto né programmo
_ciò che non venne allora, mai verrà_
tolgo le bandierine dalle mappe
consegno documenti
e resto sola sotto i miei vestiti
_una persona smessa_
mi piace, ciò che ci diciamo. qualunque cosa essa sia, ché parlarsi è vita. nonostante tutto…
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certo, soprattutto se accomuna il viaggio…
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Un momento di spleen, meditazione malinconica da accettazione 🙂
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è così, Elis 🙂
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E ti consideri persona smessa; lo sarai, forse, ma come dovevano essere alti i tuoi sogni, lunghe le tue notti, più di Sherazade! Ci fanno sentire persone smesse eppure il nostro, tuo, pensiero è lucido, chiaro, perforante. Guardassero, guardassero pure quanto e come può essere una persona smessa…
Narda
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spesso mi chiedo se non è per questa vicinanza con anime sorelle, che ancora un po’ resisto…
ma sì, sono sicura che è per questo, per tutte le persone che vorrebbero scomparire e invece vivono.
grazie.
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Appare così naturale quello che scrivi Cristina, da essere percepito subito, subito acquisito nella sensazione quasi epidermica, nell’empatia, come fosse sempre esistito ma a trovargli forma sei tu, con la tua sensibile armonia tra significato e suono… A. Benemeglio ti definì “pescatrice di nebbie” facendoti un grande complimento che sottoscrivo.
Doris
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sai bene, Doris, che pescare nebbie riserva impensabili sorprese, soprattutto a chi pesca.
ciò che più mi conforta è sapere di questa immediatezza di percezione, è in fondo ciò cui aspira ogni scrittore.
Grazie di avermelo detto.
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